CALLISTO TANZI, IL MAGO DI PARMALAT
COME COSTRUIRE UN IMPERO ECONOMICO SUI DEBITI
ovvero, un  nuovo Sistema Ponzi

Una bancarotta da 14 miliardi di euro che ha coinvolto più di 80 mila risparmiatori.  

Il protagonista della vicenda è l’imprenditore Calisto Tanzi che a partire dagli anni ’60 trasforma un piccolo caseificio di provincia in una grande azienda grazie alla scoperta del Tetra Pak in Svezia e allo sviluppo del procedimento Uht per la lunga conservazione del latte. Negli anni ’80 l’imprenditore emiliano prosegue l’espansione grazie a una serie di acquisizioni all’estero finanziate con debiti e a ingenti spese nelle sponsorizzazioni sportive e in particolare nella formula 1, nello sci e nel calcio.

Tanzi finanzia anche importanti politici italiani e in cambio ottiene il varo di normative di favore. Ma per ripagare gli aiuti deve anche fare una serie di acquisizioni di aziende altamente indebitate appoggiate dalla politica, che  aggravano la situazione finanziaria della società già appesantita dalle precedenti acquisizioni condotte a debito e dalle costose spese pubblicitarie.

Alla fine degli anni ’80 i debiti Parmalat si aggirano sui cento miliardi di vecchie lire. Per risolvere il problema Tanzi decide di quotare la società in Borsa. L’operazione richiede però un risanamento dei conti e l’imprenditore emiliano si rivolge alle banche da cui ottiene un prestito di 120 miliardi di lire.

Per evitare gli accertamenti della Consob Tanzi decide di sbarcare a Piazza Affari attraverso l’acquisizione di una società già quotata, la Finanziaria Centronord, la cui denominazione è stata poi cambiata in Parmalat Finanziaria, controllante un gruppo composto da 58 aziende, di cui 25 all’estero, con un fatturato di oltre 300 miliardi di lire.

Grazie a una artificiosa sovrastima del valore delle azioni la quotazione in Borsa del gruppo parte bene ma la situazione debitoria complessiva non solo non migliora ma peggiora a causa delle crescenti perdite di Parmatour, attiva nel settore turistico, e delle ingenti spese nella gestione del Parma Calcio, che acquistato nel 1990 compete con i più grandi club della serie A italiana.

Per occultare la voragine finanziaria, con la complicità del suo braccio destro, Fausto Tonna, Tanzi organizza una serie di operazioni finanziarie fittizie con una rete di società estere create appositamente nei Caraibi, nelle isole Cayman e nel Delaware. A questo si aggiunge un sofisticato e complesso meccanismo di false fatturazioni che abbelliscono il bilancio del gruppo.

Il mercato crede al buono stato di salute di Parmalat e Tanzi riesce a concludere positivamente due operazioni finanziarie importanti: un aumento di capitale di 430 miliardi di lire e lo sbarco nel mercato obbligazionario con la domanda di titoli che supera abbondantemente l’offerta.

Forte dell’appoggio politico e del complesso sistema di operazioni finanziarie fittizie a sostegno dei conti, la storia di Parmalat procede senza scossoni fino al 2003. Il gruppo lancia una nuova offerta obbligazionaria. La decisione alimenta forti perplessità tra gli addetti ai lavori dato che la società dichiara miliardi di euro di liquidità e dunque non avrebbe bisogno di chiedere denaro al mercato. La Consob decide di avviare una serie di controlli sui bilanci.

La situazione precipita prima della fine dell’anno. L’8 dicembre del 2003 Parmalat non riesce ad onorare il pagamento di un bond di 150 milioni andato in scadenza. Standard & Poor's, che aveva sempre dato giudizi positivi alle obbligazioni Parmalat, declassa per due volte il rating ed esprime pubblicamente dubbi sulla solvibilità del gruppo alimentare italiano. A Piazza Affari scattano le vendite sul titolo azionario che crolla del 46,8%.

Il 15 dicembre Tanzi e tutto il consiglio di amministrazione si dimettono. Alla guida del gruppo subentra Enrico Bondi, precedentemente ingaggiato dallo stesso Tanzi come consulente. Ma i creditori, piccoli obbligazionisti nella maggior parte, si vedono convertire i loro bond Parmalat in azioni della nuova società e così solo nella migliore delle ipotesi essi riescono ad ottenere la metà dei soldi investiti. Il sistema Ponzi si è concretizzato per l'ennesima volta.