JULIUS EVOLA

DELIRANTE TRATTAZIONE DI UNA RAZZA DI PURA INVENZIONE , DA CUI DISCENDEVA LA NOSTRA STIRPE ITALICO-GERMANICA: E' IL BREVE SUNTO DI SINTESI DI DOTTRINA DELLA RAZZA.ANCHE SE LE RAZZE UMANE NON ESISTONO, MA SOLO ETNIE, EVOLA  HA MALDESTRAMENTE INTERPRETATO IL PASSATO EUROPEO COME UNA LOTTA TRA RAZZE UMANE. 

Julius Evola, pseudonimo di Giulio Cesare Andrea Evola (Roma, 19 maggio 1898 â€“ Roma, 11 giugno 1974), è stato un filosofo, pittore, poeta, scrittore, occultista ed esoterista italiano.

Si occupò di arte, filosofia, storia, politica, esoterismo, religione, costume, in una sintesi che rappresenta una mescolanza singolare (anche se non necessariamente originale) di diverse scuole e tradizioni di pensiero, che includono l'Idealismo tedesco, le dottrine orientali, il tradizionalismo integrale e, in ruolo preminente, la Weltanschauung della Konservative Revolution, con cui Evola ebbe una profonda identificazione anche personale.

Le sue posizioni si inquadrano nell'ambito di una cultura di tipo aristocratico e di tendenze ideologiche in gran parte presenti anche nel fascismo e nel nazionalsocialismo, ai quali fu vicino pur esprimendosi talvolta in chiave critica nei confronti dei due regimi sotto alcuni aspetti. Evola fu inoltre promotore di diverse teorie del complotto di impostazione antisemita e razziste unite ad una visione del mondo caratterizzata dalla magia e dall'occulto. Nel dopoguerra affermò di aver ricevuto apprezzamenti da Mussolini per alcune impostazioni: in particolare il ritorno alla romanità e una teoria della razza in chiave spirituale, che propugnò in un'ampia serie di scritti. Da parte sua il filosofo nutrì una pacata ammirazione nei confronti del Duce ma rimase sempre più vicino alla concezione tedesca del fascismo che non a quella italiana.

Va ricordato, comunque, che Evola  partecipò attivamente all’Avanguardia italiana come pittore. Egli, infatti, visse una breve stagione artistica tra il 1915 e il 1921 che abbandonò per dedicarsi allo studio della filosofia, dell’esoterismo e delle dottrine orientali, ermetiche e alchemiche. Dopo un primo periodo futurista in cui realizzò composizioni dinamiche e vivaci, l’artista prese le distanze dal movimento per avvicinarsi a Tristan Tzara e alle poetiche del Dadaismo. L’artista cercava una dimensione interiore in linea con le tendenze astratte europee e il pensiero espresso da Vasilij Kandinskij nel suo celebre saggio, Lo spirituale nell’arte (1912).