IMPERO ROMANO
Gli Imperatori che inaugurano la crisi del III° secolo D.C.,  conosciuta come l'Anarchia Militare .
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VALERIANO e suo figlio GALLIENO
L'impero sull'orlo del baratro.
L'imperatore Valeriano, una nota infamante nell'Impero Romano, data la sua rovinosa sconfitta in Mesopotamia, ad opera dei Parti.

lL 21 aprile del 248 ricorreva il millenario della fondazione di Roma e l'imperatore Filippo l'Arabo lo celebrò con una spettacolare esaltazione dell'impero e dell'immortalità dell'Urbe caput mundi.

Era il canto del cigno di un'epoca che gli eventi successivi rivelarono puramente nostalgico. Ma non era ancora quella la fine dell'Impero Romano. Il sistema seppe rinnovarsi e resistere agli eventi che determinarono la crisi del III secolo. 

Gli imperatori Valeriano e suo figlio Gallieno hanno interpretato questa drammatica stagione di pericolo e di riscossa, sostenuta da innovazioni rivoluzionarie, che aprirono alla stagione degli imperatori-soldati e, in prospettiva, alle riforme di Diocleziano e Costantino.

Valeriano

Valeriano, esponente del ceto senatorio, divise l’Impero romano, affidando al figlio Gallieno il governo della parte occidentale.

valeriano

Nel 260 Valeriano fu catturato in battaglia dai Parti, guidati da Sapore I, e morì in prigionia senza che l’esercito romano facesse alcun tentativo per liberarlo: da allora, quindi, a governare Roma rimase il solo Gallieno, che riuscì a stento a difendere l’Italia dai Germani, mentre altre zone dell’impero furono saccheggiate da Germani e Goti. Anche Sparta ed Atene furono saccheggiate e la Grecia ridotta ad un cumulo di rovine.

I Goti arrivarono ad incendiare il tempio di Artemide ad Efeso.

Gallieno (253-268) fece un’importante riforma: escluse i senatori dal comando delle formazioni militari che furono riservate a soldati di carriera. Così facendo Gallieno sancì definitivamente la distinzione tra la carriera civile, riservata ai senatori e quindi ad un ceto di origine romana, e la carriera militare, che poteva compiersi solo all’interno dell’esercito (e destinata sempre più ad essere percorsa da figure di origine barbara). Durante il suo regno ci furono due secessioni di territori dell’impero (l’Impero delle Gallie a occidente e il Regno di Palmira a oriente in Siria).

Gallieno

Gallieno fu un imperatore colto e sotto il suo regno le arti e la cultura vissero un breve periodo di fioritura.

busto gallieno

Il vescovo Eusebio di Cesarea, biografo di Costantino, loda Gallieno per i suoi editti di libertà religiosa.

A differenza del padre, che aveva perseguitato i cristiani, una volta diventato l’unico imperatore (260), Gallieno promulgò degli editti in cui concedeva la libertà di culto, arrivando a restituire alcune proprietà confiscate ai cristiani. La “pace” instaurata da Gallieno con i cristiani durò fino alle persecuzioni di Diocleziano nel 303. Inoltre la promulgazione di editti riconobbe anche la comunità cristiana, cosa che non era mai accaduta in precedenza.